venerdì 3 dicembre 2010

Pensieri sull'arco

Sentire l'avviso acustico di un messaggio sul telefono mentre pigramente ti stai facendo la barba e pensare Chissà chi è così di primo mattino. Finisci di raderti poi ti asciughi i capelli mentre valuti l'idea di un altro caffè. Leggi il messaggio e, sorpresa, è una donna che ti ringrazia per la serata e dice In casa tua c'è una bella energia che fa stare bene (che sia la mia nuova stufa a pellet?). Son cose che fanno senza dubbio piacere. Poi, mentre sorseggi il terzo caffè, ascolti i pensieri affiorare nella mente che si sta spogliando via via delle immagini notturne, ma ancora non è lucidissima e quindi puoi sfruttare questo momento come se stessi attraversando l'arco che unisce l'onirico alla veglia, prima di scivolare definitivamente dal lato del lucido pensiero verbale. Non sai perchè ma compare nella tua mente una frase enigmatica letta tanti anni fa "La tristezza di rispondere al desiderio" e mentre continui a scivolare verso il lato della veglia decidi di portarti dietro questo pensiero per vedere cosa ne potrai ricavare.
Piove come Guido la manda ed il tergicristallo sembra un metronomo che spazza via le gelide lacrime di un cielo frignone. Con quel ritmo si insinua un'altra memoria di versi letti il giorno prima in un blog amico

E' l'amore che è l'essenziale.
Il sesso è solo un accidente.
Può essere uguale
o differente.
L'uomo non è un animale:
è una carne intelligente
anche se a volte malata.
(Fernando Pessoa, Una sola moltitudine)

Non sai ancora come nè perchè ma hai la sensazione che tra la frase letta tanti anni fa e quei versi ci sia un nesso nascosto.
Anzi, ne sei certo.

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