sabato 19 febbraio 2011

Omaggio



Le attività musicali ed artistiche scandiscono la vita degli indiani (d'America) molto più del lavoro, che è ridotto al minimo necessario per la sopravvivenza.

Ho letto queste parole ed ho pensato che gli indiani si godevano la vita. Forse anche questo li rendeva insopportabili agli occhi dei cattolici che li hanno sterminati.
Ho anche pensato che si parla sempre poco della loro influenza nella musica americana, privilegiando quella dei neri. E questo è ovvio dal momento che i neri erano arrivati in America come schiavi e non era economicamente saggio sterminarli dato che erano di proprietà dei bianchi, mentre gli indiani non potevano essere ridotti in schiavitù in virtù della loro indole e per il fatto che erano a casa loro, non vi si trovavano come deportati. Per cui, essendo stati sterminati, hanno avuto poco spazio per far sentire la loro influenza musicale, anche se nel rock e persino nel folk ve ne siano tracce.
Rendo loro un piccolissimo e modestissimo omaggio con questo breve brano per chitarra liberamente ispirato ai loro canti.

                                 Presto

1 commento:

Zio Scriba ha detto...

Queste (Sante) parole mi offrono un motivo in più per sentirmi pellerossa, e per odiare i bastardi kattolici vatikani (e le formiche kompetitive che si scannano per i soldi). Si lavora se è necessario per Vivere. Ma la Vita è scrivere leggere suonare dipingere giocare conoscere amare...
Fra i gadget di "affinità elettiva" in fondo al mio blog c'è un'immagine di Crazy Horse: lui Cavallo Pazzo, io Matto come un Cavallo... :D

Grazie per il brano, bellissimo nella sua semplicità.
Ciao!