martedì 8 marzo 2011

Separazione, diversità, uguaglianza

Non avrei voluto scrivere niente per l'otto marzo, non mi piace celebrare una festa per uno dei due sessi, preferirei celebrare, ogni giorno, una festa per tutti noi. Ho sempre avuto la sensazione che quella di oggi fosse una festa che nascondeva una divisione, ed infatti ho sempre visto gruppi di donne andarsene da sole a cena a festeggiare non so cosa, la solitudine?
Io, amore mio, festeggio il nostro amore ad ogni amplesso e ad ogni mattina in cui ho la fortuna di svegliarmi accanto a te, in ogni momento in cui riesco a leggere la felicità nei tuoi occhi attraverso i miei che la riflettono, finestrelle che si affacciano le une sulle altre per poter scoprire il mondo, quello vero, quello fatto di rapporto con l'essere umano diverso da sè.
Se celebrassi questa festa una sola volta all'anno sarebbe una ben misera esistenza, significherebbe che per tutti gli altri giorni viviamo in trincea gli uni contro gli altri, incapaci di rapportarci alla diversità dell'altro. E mi oppongo allo scippo ed alla mistificazione che alcuni omosessuali fanno del termine diversità per definirsi o definire il loro modo di essere, poiché loro, anche se li rispetto assolutamente, non amano la vera diversità, la annullano.
Annullare la diversità dell'altro sesso per poi riconoscerla solo astrattamente è un'operazione micidiale che sfila la vitalità dalla spina dorsale e rende tutto indifferenziato ed indifferente.
Il rapporto col diverso da sè è ben altro, costa la crisi del proprio narcisismo per l'insorgenza del desiderio. 
A me non piace celebrare, piace vivere e quello che vivo non ha bisogno di essere celebrato perchè fa parte di quell'ovvio dell'esistenza senza il quale la vita non meriterebbe questo nome.
Auspicherei piuttosto una festa per l'abbandono e la separazione dal pensiero greco e dalla cultura da esso scaturita. Una festa che ponesse la nascita dell'essere umano come unica e primigenia fonte di uguaglianza fra gli individui e prendesse finalmente atto che solo dopo lo svezzamento le strade delle donne e degli uomini si separano per permettere loro di incontrarsi e confrontarsi continuamente in virtù della loro diversità fisica e psichica, nel più creativo e trasformativo dei rapporti, in assoluto.
Senza ragione. 

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