lunedì 25 aprile 2011

aaaa



Un'ombra era affiorata e non sapevo che nome darle, restavo così senza parole o forse sprecandone troppe, mentre le braccia che si erano mosse verso un abbraccio ricadevano silenti lungo il corpo. Quando non si sa dare un nome alle cose si rimane soli. Ma si rimane soli anche quando si riesce a trovare un nome per le cose e non viene sentito.
Ricordo un piccolo aneddoto che mi fece comprendere cosa sia la vera sensibilità tra gli esseri umani. Era un uomo adulto che aveva tra le braccia una bambina piccola piccola e lei guardandolo disse "aaaa" e lui le rispose "aaaa".
Sono giunto ad un'età in cui non m'importano i rapporti ormonali, le comunioni d'intenti o le alleanze ideologiche. Mi ha sempre divertito il luogo comune che dice che invecchiando si torna un po' bambini e fintanto sarò capace di distinguerlo dal rincoglionimento senile mi appare come una ricerca interessante ed essenziale alla qualità della mia vita, quella vita che troppo spesso mi è sfuggita dalle dita come l'oro rosso, obnubilata dalle stringenti necessità materiali o da disattenzioni affettive.

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