venerdì 8 aprile 2011

Il nulla nella penna



E' un celebrato ed incensato intellettuale, La Repubblica ne accoglie gli articoli e Feltrinelli ne pubblica i libri.
Discutendo con degli amici è da anni che sosteniamo l'inesistenza del suo pensiero, le sue contraddizioni, le sue dissociazioni.
Parlo di Umberto Galimberti.
Adesso sta per uscire un libro molto interessante di Francesco Bucci: Umberto Galimberti e la mistificazione intellettuale (Coniglio Editore).
Pare che i suoi articoli e i suoi libri siano una sorta di forsennato copiaincolla, un ginepraio di testi riciclati.
Tempo fa dicevo che per far deprimere le persone sensibili ed intelligenti basta incensare un mediocre: ecco che il piatto (in tutti i sensi) è servito, con uno dei maggiori quotidiani italiani che lo venera ed uno dei più importanti editori che lo pubblica, oltre agli elogi di altri intellettuali. Per non parlare dei passaggi in tv...
Segnalo un bell'articolo sul settimanale LEFT di questa settimana, a pagina 56: La filosofia del copia incolla.
Mi domando in che mani, anzi in che penne siamo finiti? Articoli e libri da salotto delle seghe, ma guai a dirlo, si passa per ignoranti. La cultura deve restare una nebbia in cui nascondere il nulla, un mondo rassegnato a produrre dei "pastiche" perché la fantasia, l'intelligenza, la ricerca e la creatività latitano. E' così che si agevola un paese fascista e leghista, perchè se quella è cultura allora meglio l'hard core e a letto alle undici, come diceva una scritta sul muro in Borgo degli Albizi una ventina d'anni fa.

11 commenti:

Zio Scriba ha detto...

vedi sempre alla voce "meritofobia"... il paese della Fuga dei Cervelli e della Strage dei Capaci ha messo tutto nelle mani di mafiosi e leccaculo. Ma la vera aggravante, come non mi stanco di ripetere, è la mediocrità: in italiA si leccano mediocremente buchi di culo mediocri.

e se sono tutti mezzeseghe, ma detengono, ed esercitano con viscida arroganza, un Potere, perché dovrebbero dare spazio a non-mezzeseghe? Gli rovinerebbero il gioco e gli affari!!

ruhevoll ha detto...

@Zio Scriba, Purtroppo hai ragione e quest'andazzo è esteso in ogni campo e disciplina, nessuno escluso.
Il Potere non tollera creatività né intelligenza, correrebbe il rischio di smarrirsi.

Mia Euridice ha detto...

Una volta acquisito un "potere" meglio mantenerlo trafugando da altri. Di sicuro è meno faticoso e gli altri nemmeno se ne accorgono!

Mario D'Amelio ha detto...

E' da un bel po' che c'è sta polemica sul copia incolla di Galimberti. Ricordo quando copiò interi pezzi da una filosofa francese.
Io, a naso, me ne sono sempre tenuto alla larga. Continuerò a farlo.

giacy.nta ha detto...

Hai ragione, davanti alla banalità "incensata" si prova oltre che fastidio, mortificazione. Da tempo ho smesso di seguire il nulla, che peraltro, come osservi, è anche un nulla dannoso. Ciao, carissimo.

Grazia ha detto...

Finalmente : ho sempre pensato che fosse un pallone gonfiato, scopro ora che è anche un "plagiatore",il che la dice lunga sugli intellettuali italiani e anche su Repubblica.
Comunque ,che sconforto!

Anonimo ha detto...

Io ammetto la mia ignoranza in materia e quindi non sapevo che i suoi discorsi fossero un copia e incolla di filosofia e di idee di altri, infatti alcune cose che ha detto mi sembravano pertinenti alla mia esperienza personale e vicine al certe mie personalissime valutazioni su sesso, tradimento e valore della parola che i giovani stanno perdendo, per esempio.
Mamma mia, non si finisce mai di imparare, sarò più attenta e mi fiderò meno degli "intellettuali" famosi e mi documenterò.
Riguardo al creatività hai ragione, ma credo sia perchè non abbiamo più coraggio di rinnovarci e di sfidare anche noi stessi.
Che razza di mondo...
Cordialmente

cristimar ha detto...

Ma chi è? ma chi se ne frega? perchè in questo salotto "bene" si discute così amabilmente, dandosi tutti garbatamente ragione, sul sesso degli angeli, il colore delle nuvole e sull'indignazione che ne deriva?
io vorrei proporre, invece di appuntarsi solo il cervello...si fa sporco! :-)

SII COSTRUTTIVO – Orienta il tuo pensiero a favore della creazione organizzata e sistematica di alternative migliori, e non limitarti alla critica o all’essere “contro”.

Non cambierai mai le cose combattendo la realtà esistente, per cambiare qualcosa, costruisci un modello che renda la realtà obsoleta.

o vediamo se hai il coraggio di postare anche questa :-D

ruhevoll ha detto...

@Cristimar,
Se a te non interessa non significa che non sia interessante, non parlo certo di Galimberti (di cui non m'importa) ma di chi e perchè lo pubblica. Così come non mi interessa il presidente del consiglio ma m'importa chi lo ha votato credendo chissà cosa. Per essere costruttivi a volte bisogna demolire, perchè lo spazio mentale è spesso assai ristretto, ma soprattutto inquinato. Come ben saprai io farfuglio volentieri di nuova metodologia di pensiero e l'attuazione di essa "distrugge" e vanifica quella vecchia di stampo greco-cristiano. In fondo per costruire occorre una progettualità e se a monte ho un pensiero vecchio non costruirò niente di nuovo.
Inoltre sai bene che ho lavorato alacremente non tanto ad un modello quanto ad una ricerca che rendesse la vecchia concezione dell'identità umana (quella greco-cristiana) obsoleta.
Un Copernico esiste anche nella realtà psichica amica mia ed è uno scienziato, non un ottuso positivista di stampo ottocentesco, non un filosofo, non un prete, non un santone...e nemmeno un buon selvaggio.
Ma quanti secoli ci sono voluti perchè Copernico fosse accettato? Quindi devo anche rifiutare-distruggere i tarli della mente altrui per far sì che le cose cambino ed il nuovo possa emergere vincendo l'annullamento.

cristimar ha detto...

non penserai mica di distruggere la vecchia metodologia con un blog in cui sono tutti d'accordo? I modi che io conosco sono: pratica personale, esempio, attivismo. Si dimostra che si può fare altrimenti, che si possono avere relazioni sane, non competitive, collaborative, che si può vivere cercando sempre di più di riappropriarsi di spazi e di tempo. Quando tu dici che non bisogna perdere il contatto con la realtà, implicitamente ammetti che la realtà va lasciata così com'è e forse, per te è solo il pensiero che va cambiato? Me ne frego se va cambiato uno prima dell'altra. Noi tutti abbiamo cambiato il nostro modo di pensare nel corso della vita spinti da esigenza e conoscenza. C'è un punto di arrivo? Speriamo di no. Quando ci sentiamo così siamo morti. Ciò che secondo me contribuisce a cambiare le persone e la società sono la partecipazione nel cercare di determinare le nostre vite, l'impegno comune per riappropriarsi di territorio, beni comuni, diritti, relazioni veramente significative...

ruhevoll ha detto...

Io non penso di distruggere niente col mio blog, non sono un paranoico. Se poi chi mi legge è d'accordo con me non ci vedo niente di strano, nel blog esprimo solo una minima parte di ciò che penso e sento, il resto è nella vita che vivo, nei rapporti che faccio, nel mio comportamento. Noi siamo esseri sociali.
Non avendo deliri di onnipotenza non mi occupo di tutto ma so che è importante comprendere quale tipo di pensiero, più o meno latente, sta a monte di ogni azione. Quindi a me interessava ed interessa principalmente sapere quale cazzo di concezione dell'essere umano c'è nella mente delle persone ed ho cominciato prima di tutto da me stesso, sfrondando via via i miei pensieri da ideucce parassite o da falsità storiche acquisite.
Però io mi oppongo alla prassi senza teoria, quindi se la teoria dominante è il positivismo o la religione o l'esistenzialismo io li rifiuto perchè so che, alla fin fine, produrranno una sorta di coazione a ripetere errori vecchi di migliaia di anni.
Orwell e la fattoria degli animali docet.
Il mondo non va cambiato, siamo già oltre la soglia del non ritorno in quanto ad inquinamento e disastri ambientali, quindi è il pensiero ed il modo di pensare che deve essere trasformato.
In altri termini penso che per opporsi veramente alle atrocità che ci circondano occorra scoprire e comprendere che esse non sono realtà umana ineluttabile ma malattia, una malattia insita in una cultura che da millenni teorizza che l'uomo è cattivo per sua natura. Una cultura che terrorizza l'essere umano sulla sua realtà più interna e gli propone di fronteggiare questo presunto mostro interno attraverso la stampella della ragione, impedendogli di scoprire cosa ci sia davvero dentro l'essere umano.
Ognuno ha le sue ricerche, la mia è stata questa...e non si esaurisce certo in un misero blog.
Quanto alla tua ricerca sai bene quanto io la condivida e la apprezzi.