venerdì 1 aprile 2011

vetro nero, morbido e flessibile come un giunco





Cazzo era incredibile, mai ho incontrato per strada una così perfetta rappresentazione del narcisismo!
Accidenti a non avere mai la macchina fotografica pronta (quella buona) ed essere costretto a raccogliere immagini pessime, in ritardo e con uno strumento obsoleto.
Vestita di nero, capelli neri, anoressica e col cane nero, sfiorava il suolo come se non esistesse, avrebbe potuto camminare anche su una nuvola. Il mio stomaco si contorceva mentre gli occhi erano affascinati, due messaggi discordanti che si componevano in una verbalizzazione a portata di obbiettivo: anaffettività.
Un culto dell'immagine esterna portato all'estremo per incantare gli occhi altrui e distoglierli, se l'osservatore è incauto, dal contenuto umano. La ricerca ossessiva ed estetizzante di un'immagine (penso anche ai Punk degli anni ottanta) che lascia gli altri come spettatori ammutoliti. Io sono Dio! La manifestazione di un rifiuto che non è tale ma solo un ideale isterico colmo di odio e risentimento, forse per una terribile castrazione, per un'incapacità a trovare un'armonia col mondo.
Non è certo colpa loro, qui non è questione di colpa, semmai hanno creduto alla piattezza delle immagini che son state loro proposte, hanno forse ubbidito troppo ad un "tu devi" che prescindeva dall'affetto e dall'amore,
ripiegando in un esibizionismo che tende ad accecare, a scindere gli occhi dal sentire della pancia per abbagliare col riflesso di uno specchio deformante. Ma è anche addirittura un andare oltre lo specchio, è un'ideale irrisolvibile e irreale, astratto e scisso dal corpo, un corpo che non è più "per l'altro" o "con l'altro" ma al di là dell'altro.
Che roba, nemmeno le sirene forse arriverebbero a tanto. Sono indubbiamente affascinanti perchè rappresentano un'idea di ribellione alla norma, alla schiavitù dalla materia. Ma è suicidio perchè nasconde l'anaffettività.
Ed il cuore, almeno il mio, sanguina per il dispiacere, nel vedere rappresentata l'algida superbia di una mente che non ha più il sentire del corpo, una mente che impone al corpo di essere suo schiavo, una mente che concederà, forse, qualche sussulto genitale ma che non vuole essere toccata nè trasformata dall'incontro con l'altro. Di vetro è il mondo in cui si muove.
Per fortuna molte ragazze riescono a curarsi ed a rimettere i piedi per terra, delicatamente, senza andare in frantumi, magari grazie a qualche chiletto che le riporta giù dalla mongolfiera.
Ma farmi i cazzi miei mai eh?
Anche no se penso che le foto ingrassano.
(Nessun giudizio sulla bella ragazza, mi è servita solo per scrivere le mie scemenze, quanto a lei spero solo che qualcuno riesca ad amarla senza accecarsi e senza violentarla.)

11 commenti:

Mia Euridice ha detto...

Il nero è annullamento. Il nero non è un colore, è un modo di essere. E' una sicurezza, è una barriera.

Zio Scriba ha detto...

una bella serie di pennellate perfette, queste tue che chiami scemenze... ci vuole un particolare stato di grazia, per esser capaci di un simile equilibrio di spietatezza e pietas...

ruhevoll ha detto...

@mia_euridice, è verissimo, il nero è annullamento. Quanto al modo di essere, che è una frase che mi obbliga a pensare all'esistenzialismo, mi farebbe piacere che tu leggessi il caso di Ellen West. Proprio in questi giorni Pietro Citati se n'è uscito con un articolo che dà molto da pensare, ma ancora di più fa riflettere una lettera che due psichiatri hanno inviato al quotidiano che aveva pubblicato l'articolo, lettera non pubblicata e che puoi trovare a questo indirizzo: http://segnalazioni.blogspot.com/
alla data del 17 marzo "Il male oscuro, quella lotta di Ellen West contro il suo corpo"
Un abbraccio.

ruhevoll ha detto...

@zio scriba, tu mi lusinghi troppo, io tento solo di dire quello che penso o che ho scoperto negli anni, senza dare giudizi ma cercando di far comprendere il mio punto di vista e le immagini che il rapporto con gli altri ha fatto emergere dentro la mia testolina.
Comunque il mio narcisismo ti ringrazia.

giacy.nta ha detto...

Non si parla che di ciò che si conosce, o mi sbaglio? Ho l'impressione che la ricerca di una forma che non sia il proprio corpo e che ci rappresenti sia tipica di chi scrive, legge, dipinge... ( lo so che è una generalizzazione, ma tu mi perdonerai ). Se non sbaglio la bellissima poesia che ho letto nel post precedente a questo parla di un'immagine mentale che è sufficiente a se stessa e consola egregiamente per l'assenza di un corpo.
Un caro saluto!

ruhevoll ha detto...

@giacy.nta, l'assenza del corpo altrui è una cosa, l'annullamento o la negazione del proprio un'altra.
Essere magri è una bella immagine, rasentare la morte o dei danni seri all'organismo per un'idea astratta è patologico.
Secondo me ovviamente.
Un abbraccio.

Unknown ha detto...

Il narcisismo altrui, in genere, gode di tutta la mia simpatia, almeno fino a quando riesce a contenere il proprio "s-confine" e non invade il mio, discretamente elevato, ugualmente.
Ma qua mi ferisce, come una lama affilata, la patologia e grido 'VERGOGNA' contro quei modelli che sostengono tanta magrezza contro natura.

@Ruhe, grazie dell'affetto e delle coincidenze che ci fanno re-incontrare con parole sempre gradevoli.

ruhevoll ha detto...

@Saamaya, io evito spesso, per brevità, di specificare una cosa che do per scontata, ossia che esiste un narcisismo sano, che è una sorta di "ritiro" aristocratico in se stessi di fronte all'ottusità e volgarità imperante che spesso ci circonda. Ma questo non è mai preclusione aprioristica ai rapporti per l'assunzione di un'immagine esibizionistica, è autodifesa o, ancor più semplicemente, rifiuto del disumano e del rapporto sadomasochistico.

Quanto all'affetto sono io che ringrazio te, insieme al vento che ci fa incontrare ogni tanto.

Anonimo ha detto...

Scusami se intervengo nel commentare un post bellissimo che tocca un argomento delicatissimo, però sai la foto dice tutto e dice niente: tutto sulla tua sensibilità e l'associazione sinaptica che hai fatto commentando storie di vita che veramente sono terribili e che ancora non hanno una soluzione grazie anche a certi modelli che ci impone la società delle immagini e non dice niente sulla ragazza, o poco, o perlomeno io vedo una ragazza magrissima, ( e ne conosco tante che hanno un metabolismo simile sempre giunghi in cammino e io che sono una bella meletta matura e cicciotella invidio un po' :-) ) e ha un cane quindi si prende cura di qualcuno che la guarda con un amore indescrivibile ( io ho un cane e un gatto e li conosco li sguardi degli animali) e se lo ama non credo lo lascerà solo... E aggiungo che dopo Kill Bill le tute addosso come pelli sono molto cool :-).
Perdona la mia intrusione ( ti ho letto in giro e mi sono permessa di lasciare una mia traccia) che nulla toglie ad un post bello, umano e intelligente.
Cordialmente

ruhevoll ha detto...

@Luce, ho scritto che la ragazza era un pretesto, non so niente di lei. Però ho sempre sostenuto che il volto è il passaporto della nostra intelligenza, anche se poi è la nostra intelligenza che deve saper leggere il passaporto. Dico volto e potrei aggiungere tutto il corpo. Qui, nello specifico, quello che legge la mia scarsa intelligenza me lo tengo per me, limitandomi ad esporre un pensiero-fantasia che non vuole essere un giudizio sulla bella ragazza.

Anonimo ha detto...

Scarsa intelligenza la tua? Assolutamente no, non tutti potevano scrivere un bel post pertendo da una sensazione di un incontro.
Chiedo scusa se le mie parole abbiano generato questa sensazione, io penso che a volte una stessa immagine può ingenerare tanti pensieri e io ti ho solo raccontato i miei.
Spero di non essere stata in alcun modo offensiva nei tuoi riguiardi e nelle tue opinioni
Cordialmente