lunedì 16 maggio 2011

L'altra immagine



Un amico mi ha raccontato una storia, io adoro le storie:

A diciannove anni mi innamorai di una bella ragazza, ma siamo stati insieme pochissimo e non ricordo perchè non continuammo, non lo ricordo davvero. Eppure lei ha lasciato dentro di me un'immagine indelebile, che strana la vita.
Sì, lei era un'immagine, forse era "l'altra immagine".
Aveva un cuore ribelle e tutta la classica confusione e la doverosa incertezza dell'età, ed io non ero certo da meno. Seppi poi che a diciotto anni se ne andò via da casa dopo uno scontro col padre e non vi fece più ritorno. Orgogliosa, si mantenne agli studi da sola, fra mille difficoltà, era una sorta di "lonely heart" piuttosto selvaggia, poco propensa alle sublimazioni astratte o al vittimismo dei mediocri ed ha cercato per tutta la vita delle risposte.
Non so quante ne abbia trovate.
Quando ascolto la sua storia sento affiorare la melodia di questa canzone e penso a quanto diversa sarebbe stata la mia vita se fossimo stati insieme un po' più a lungo.
Ma il "se" è il padre di tutte le seghe e non lo frequento volentieri, però la mente vaga con le sue fantasie, è inevitabile.
Oggi so che è una bellissima donna, una roba rara, e questo lo deve al suo coraggio, ai suoi sogni, ai suoi errori, al suo modo di amare, alle sue cicatrici, agli uomini che ha avuto ed ai rapporti che ha saputo fare. Come noi tutti in fondo.
In certi momenti mi viene di pensare al film sliding doors, anche se con una trama ben diversa.

Quando ci volgiamo indietro la vita appare come un quadro, alcuni colori sono ormai asciutti, altri ancora no. Luci ed ombre esaltano le tonalità delle scene, ma il quadro non sta mai fermo, perchè la mano ancora non abbandona i pennelli, la tavolozza, la tela. Quando questo avverrà lasceremo il nostro quadro negli occhi di chi lo ha potuto vedere.
E forse amare.

2 commenti:

Grazia ha detto...

Magari! Lasciare un quadro o anche solo luci, ombre e colori di noi, mi potrebbe bastare.
Alle volte ho paura che , invece, non lasceremo nulla, che non ci sia nessun disegno, nessun progetto ma solo il caso, come in sliding doors.
g

ruhevoll ha detto...

Grazia, tu non sai quanto mi affascina il caso e quante volte ho scoperto che non si trattava affatto di caso. Per il resto pensi davvero di non lasciare nulla di te nelle persone che ami?