mercoledì 18 maggio 2011

Spirale da barba



Non è soltanto la bellezza del suo corpo, pensò mentre osservava la schiuma bianca pronta per la rasatura, è il fatto che se la osservo devo ammettere che ha un volto come il mio, due occhi un naso una bocca, un ovale più o meno largo più o meno lungo, ma perchè io vedo e sento che è diverso? Perchè dico che è un volto femminile? Come al solito la ragione è scema e non si può permettere di capirlo, quindi devo usare un altro metodo di pensiero.
Continuò a radersi e mentre la piccola lama scivolava leggera sulla pelle pensò al piacere tutto speciale che provava quando carezzava quel corpo di donna. Ne aveva carezzati altri e "sapeva" che ognuno aveva risposto in maniera diversa, ma questo lo portava a pensare che evidentemente quella differenza non era solo nel corpo ma in quello che lo animava, e di conseguenza pensò che la differenza del volto aveva la sua origine in quella realtà interna, che non è poi tanto invisibile dal momento che tutti riconoscono al volo un volto maschile da uno femminile, che si armonizza con la propria realtà fisica senza pretendere di modificarla, perchè chi modificava la realtà fisica erano personcine come Mengele.
Va notato che in medicina si interviene sul corpo solo quando è affetto da un'alterazione ed in generale, di solito, la medicina tende a ripristinare lo stato precedente alla malattia o in casi di difetti genetici cerca di portare il corpo ad una condizione di possibilità di "normale funzionamento".
Se il corpo è sano toccarlo o modificarlo è, scusate l'enfasi, nazismo, ovvero un tentativo di violentare il corpo in funzione di un pensiero astratto e ideologico.
Ma la libertà di pensiero non va toccata, ognuno è libero di fare ciò che vuole se non lede la libertà e l'integrità altrui.
Ormai si era quasi completamente rasato quando una domanda si affacciò su quel volto che vedeva riflesso nello specchio, ma il pensiero non si ammala mai? Come faccio a ditinguere la libertà personale, che è creativa, da un delirio lucido, che sembra libero ma non è libero?
Ecco che gli ultimi passaggi di lametta sotto al naso si facevano insidiosi come i suoi pensieri, ma non aveva paura, la calma era fondamentale, calma, metodologia e ricerca del modo migliore non solo di radersi ma anche di comprendere l'animo umano. Non doveva esistere più niente che impedisse a priori questa ricerca, non si doveva mai più dire che è impossibile, non bisognava mai più pensare a dio o "come" dio.
La gigantesca difficoltà del pensiero di pensare se stesso, di divincolarsi da qualsiasi laccio culturale o dogma religioso, da qualsiasi concetto platonico di innatismo, si fondeva con la voglia di legarsi alla realtà materiale per non evaporare nella sublimazione di pensieri scissi ed astratti senza però fare del materialismo lo strumento di negazione della realtà non materiale, ossia dei nostri affetti e pensieri.
Cazzo quanto è difficile!
Ormai mancava solo un ultimo e facile ritocco alle basette, dove l'equilibrio è fondamentale per non averne una più alta e una più bassa.
Pensò a quel bellissimo corpo di donna e si chiese, perchè lei, perchè proprio lei? Pensò che altri corpi femminili gli piacevano, a guardarli, così, anche solo per il bell'aspetto. Pensò anche che sarebbe stato bello carezzare la pelle di una sconosciuta, per il semplice fatto che era una bella ragazza. Ma subito la sensibilità intervenne a dire la sua, anzi a gridarla nel pretendere che gli occhi non si accecassero nella sola realtà materiale. Ed i pensieri tornarono all'inizio, come in una sorta di canone circolare: non era soltanto la bellezza del suo corpo.
In realtà non era un cerchio, era una spirale, come se fosse il DNA del pensiero, quello per immagini.
Seguire quella spirale e tradurla in pensiero verbale è incredibilmente affascinante quanto difficile. Il desiderio di farlo è il limite che ci separa dal mondo animale. Per questo gli animali non impazziscono mai, con buona pace di quegli imbecilli che studiano la malattia mentale nei criceti.
A questo punto si mise il dopobarba ed uscì dai suoi pensieri. E fanculo a chi dice: che barba!

1 commento:

Mario D'Amelio ha detto...

Ho trovato un accenno nè Il gabbiano di Cechov al pensiero per immagini.
Cmq ho quasi finito Istinto di morte e conoscenza, nè riparleremo.