mercoledì 10 agosto 2011

Ingenuità estive



Da autentico ingenuo e forse da idiota dostoievskiano (chissà se lo posso scrivere così) mi domando una cosa molto semplice. Oggi i telegiornali, che da tempo ignoravo vivendo felice, hanno raccontato prima di tutto di un clamoroso crollo dei mercati finanziari dicendo che sono stati bruciati centosettantaquattro miliardi di euro. La domanda banale è: se qualcuno vende i titoli ne ricaverà denaro in cambio, quindi chi si è intascato quei centosettantaquattro miliardi di euro?
Possibile che spaccino queste notizie come causa dei problemi economici dei normali cittadini o come se fosse un male comune? Se è così allora niente è cambiato dai tempi del feudalesimo, allorquando (cazzo che parola) i signorotti aumentavano tasse e gabelle sui poracci per mantenersi il castello, le cortigiane ed il buon vino, oltre a qualche scaramuccia col vicino più o meno prepotente.
Nessuno parla dell'Islanda, i media glissano, ma lì hanno mandato affanculo un intero governo e le banche succhiasangue. Pare che gli abitanti godano ottima salute, forse si sentono molto meglio di prima ora che sono ancorati alle reali capacità produttive ed alle reali necessità vitali, e non si fanno più le seghe con tassi d'interesse, acquisti rateizzati di insulsi apparecchi tecnologici o con mutui capestro per casette a schiera buone per le pecore.
Il debito pubblico lo hanno inventato le banche, è una sorta di battesimo che fanno ad ogni nascituro, in Italia nasciamo già debitori.
Non pensate che ci sia qualcosa di profondamente malato in questo meccanismo? Non ci vedete un nesso latente col peccato originale? No? Peccato, vuol dire che non capite un cazzo. Andate ad informarvi sui sistemi bancari islamici ad esempio, ne sarete sorpresi. Non difendo certo l'Islam, sono contrario ad ogni forma di religione, ma anche fra i veleni ci sono quelli più blandi e quelli più micidiali.
Torno in vacanza, anche a tozzi di pane secco, ché sotto i denti è sempre più buono del denaro! Volevano privatizzare l'acqua e li abbiamo sfanculati, dimostriamo che possiamo fare a meno dei falsi bisogni e li ridurremo in mutande... come noi d'altronde, ma noi le mutande le portiamo con disinvoltura e classe perchè ci siamo abituati, addirittura ci togliamo anche quelle se siamo fortunati. Loro in mutande sono solo ridicoli e per togliersele magari hanno anche bisogno del viagra.

4 commenti:

giacy.nta ha detto...

Quella islandese è una piccola comunità, ma il principio che ha difeso dovrebbe essere quello fondativo delle così dette grandi democrazie o, almeno, così ci hanno sempre detto. Grazie anche per l'interessante articolo.

ruhevoll ha detto...

Esatto giacy.nta, il fatto che l'Islanda sia una piccola comunità significa che ha più facilità di coesione, mentre nei grandi paesi sussiste il vecchio principio del "dividi et impera", per cui si perdono di vista le necessità primarie e i diritti fondamentali, frazionando in schieramenti politici i cittadini gli uni contro gli altri. Poi si scopre che i rappresentanti politici difendono solo gli interessi dei poteri forti... In fondo la nostra cosiddetta sinistra, quando ne ebbe la possibilità, non fece niente per risolvere quel conflitto d'interessi che ha trasformato la nostra informazione in un vomitevole tabloid.
Un abbraccio!

Zio Scriba ha detto...

come mi sento (ingenuamente e orgogliosamente) islandese... la cosiddetta economia mondiale è il regno di strozzini, truffatori e speculatori, e a parte questo è un sistema talmente difettoso e sorpassato che l'unica ricetta che hanno per non collassare è dirci di fare più figli anche se siamo in troppi, perché l'assurdo sistema piramidale su questo si basa, su una base di schiavi che deve per forza essere sempre più larga... non vedo economisti cervelloni con ricette nuove per rifondare 'sto sistema putrido e sorpassato: non ce ne sono o hanno paura di beccarsi una pallottola?

ruhevoll ha detto...

@Zio, secondo me gli economisti, prima di diventare tali, dovrebbero fare un corso approfondito di umanesimo ed imparare ad usare i numeri secondo esigenze umane e non di mercato. Per fare questo occorre prima di tutto ripensare al concetto di identità umana e scoprire che l'essere umano nasce sano, senza cioè nessun peccato originale o perversione neonatale (che sono la stessa cosa espressa con panzane dalla terminologia diversa), scoprire che è predisposto ai rapporti, senza i quali non sopravviverebbe (basta pensare che senza un seno si muore) e rifiutare categoricamente e fermamente ogni forma di pensiero religioso perchè esso cristallizza il naturale movimento della conoscenza umana in un'immagine astratta, falsa ed alienata. I poveri non sono poveri per volontà divina ma per colpa di quattro stronzi che si pappano tutto.
Anche io mi sento ingenuamente islandese!