lunedì 5 settembre 2011

Canone circolare




Un percorso di apparente liberazione ha portato alcune persone ad ammettere con se stesse che non avevano più nessuna certezza. Potrei essere cattivo e dire che, in altri termini, non capivano più niente del mondo umano ed essendosi trovate senza punti di riferimento certi, hanno deciso che i punti di riferimento non esistono.
Si può comprendere questo loro atteggiamento se pensiamo alla nostra cultura che lentamente è andata rarefacendosi proprio come accadde, verso la fine dell'ottocento, al sistema tonale. La musica navigò in acque incerte e spesso incomprensibili o, più correttamente, inascoltabili. Qualcuno tentò di organizzarsi razionalmente e produsse quello che, secondo me, è il mostro più ossimorico che si potesse produrre: la musica seriale. Ovverosia il tentativo astratto di stabilire delle regole a priori ed imporre alla composizione di seguire punto per punto quelle regole. Prima accadeva qualcosa di simile ma al contrario, ossia (per dirla con Walter Piston) si ricavavano delle regole "dopo" che i grandi musicisti avevano prodotto le loro opere innovative, per cui "poi" nascevano le accademie e le "maniere" (per i meno dotati di creatività).
Pare che la nostra cultura navighi ancora in quelle acque incerte, salvo qualche conservatore che va a "rivisitare" il passato interpretandolo a modo suo. E questo accade e accadde anche nella musica quando qualcuno disse che non era possibile fare altro che comporre dei "pastiche".
Stallo, incredibile stallo, immobilismo, inedia, torpore, noia, ansia, incertezza non più supportata da una speranza, dove fuochi di paglia vengono fatti passare per vulcani. Ma solo i più stolti ci credono.
Si leva da ogni parte un canto sottile e profondo, basse frequenze che si odono a centinaia e migliaia di chilometri di distanza, percepite più da tutto il corpo che dal solo udito, percepite solo da chi ha la sensibilità per ascoltare i pensieri attraverso il corpo e non solo attraverso le parole udite.
Il canto sottile e profondo è quello del movimento delle persone che hanno iniziato a rifiutare ciò che non è umano.
Non vogliono più "maestri di pensiero", non vogliono più santoni o sacerdoti, preti od opinionisti, eroi o martiri.
Il canto aumenta d'intensità mano a mano che altri si aggiungono e acquista udibilità anche per chi fino a poco prima dormiva.
Potrebbe sembrare una scena rubata ad un vecchio film, dove un predicatore televisivo americano convinceva migliaia e centinaia di migliaia di persone ad affacciarsi alla finestra e gridare: sono incazzato nero e tutto questo non lo sopporto più.
Ma ahimè, era ed è sempre stato fin troppo facile cavalcare il malcontento dei popoli attraverso l'informazione. Quel film non faceva eccezione, anche se lucidamente mostrava l'enorme potere dei media.
Ci sono molte persone che vorrebbero svegliare le coscienze altrui, e altre che vorrebbero svegliare quelle di quelli che vogliono svegliare le coscienze altrui.
Ed alla fine, come in un canone circolare, mi ritrovo all'inizio:
Un percorso di apparente liberazione ha portato alcune persone ad ammettere con se stesse che non avevano più nessuna certezza.
Adesso occorre trovare una tangente per uscire dal canone, altrimenti la coazione a ripetere ci fa girare su noi stessi come trottoline.
Quale?
Quella di una certezza!
Avete o siete sicuri di avere almeno una certezza nella vostra vita che non siano i suoi margini estremi?
Avete un bacio che non scorderete mai? Uno sguardo che vi ha veduti?
Avete una certezza?
Bene, disse la ragione, io ve la demolirò!
Provaci, disse la passione, io la ricostruirò.
Brave, disse la certezza, io vado per i fatti miei.

4 commenti:

Ladoratrice ha detto...

Ci vuole coraggio per smettere di demolire. Buona giornata! :)

ruhevoll ha detto...

Sì, Ladoratrice, ci vuole indubbiamente coraggio!
;-)

giacy.nta ha detto...

solo manovre di assestamento su una traiettoria che ( per fortuna )va per i fatti suoi...
:-)

ruhevoll ha detto...

Giacy.nta, sei geniale!!!!!

:-*