domenica 2 ottobre 2011

Pensierini all'alba (ma se tornavo a letto era meglio)



Alle sei e quarantasei il gigantesco pino spalmava sull'alba il suo nero profilo, mentre un aereo disegnava la sua sottile scia bianca sulla lavagna blu cobalto.
In quel preciso istante gli occhi videro l'idea della linea.
Non era un'idea innata, non esistono idee innate, sono un inganno del pensiero. Ma ci sono idee che nascono insieme a noi.
Si avvicinò ad osservare  i sottili aghi di pino, lunghi, lisci ed appuntiti, intanto la striscia vaporosa dell'aereo s'era ormai sfrangiata.
Eppure entrambe, così diverse, potevano definirsi linee.
Poi iniziò a leggere e scrivere e vide quale prodigio scaturiva da quelle linee spezzettate. Si domandò chi fosse stato ad inventare la scrittura, al di là di tutto ci doveva essere stata un'idea-immagine.
Qualcuno, scarso e frettoloso, aveva detto che ci sono idee innate, ma così facendo aveva inventato Dio.
Le idee non sono come il fegato o il cervello, che si formano prima della nostra nascita, le idee vengono dopo, perchè sono il nostro pensiero. La nostra capacità di immaginare e pensare non può esistere senza lo stimolo luminoso sulla retina.
Prima della nascita non esiste nessuno stimolo luminoso.
Mettere un pensiero prima della nascita è annullamento della nascita.
Se si annulla la nascita si crea Dio e non si è più in grado di pensare umanamente ma solo razionalmente.
E fu così che si rese conto che il fondamento dell'identità umana è nella capacità di immaginare e non nella ratio. Ci aveva messo molto tempo per comprenderlo, glielo avevano dovuto spiegare e rispiegare, ma soltanto quando lo intuì, in quell'alba di cobalto, si rese conto che quell'idea era una scoperta gigantesca, nonostante la sua "semplicità". Un'idea che si affacciava come un assolutamente nuovo nella storia del pensiero.
Farla sparire o negarla sarebbe stato un crimine.
Adesso si trattava di lottare per liberare il pensiero.
Ma la difficoltà più grande era quella di smantellare un pensiero vecchio di migliaia di anni, con migliaia di nodi e intrecci in una matassa storicamente intricata. Primo fra tutti quello di rispondere al pensiero religioso che dubita di tutto ciò che è umano e che chiama follia ogni idea diversa dal contesto razional-positivistico.
Il pensiero non si vede, è immateriale e tutto ciò che non è materiale non è umano ma divino.
Forse è per quello che dissero "fiat lux", la luce non è materia.
Ed infatti è la luce a stimolare ed attivare il nostro cervello attraverso la retina.
La luce però non è Dio, ma la storia di Prometeo sembra non avere fine.
Quanto dovremo ancora lottare contro gli dei inventati dagli uomini per essere finalmente esseri umani?

6 commenti:

giacy.nta ha detto...

Ti ho seguito, ma fino ad un certo punto. Mentre leggevo, mi veniva voglia di chiederti "luce" su alcuni passaggi per me oscuri ( limite mio ).
Mi piace, comunque, seguire la scia di un pensiero...
Buona giornata! :-)

ruhevoll ha detto...

Giacy.nta, non crucciarti, per me è già un onore e una felicità sapere che mi leggi. Metto giù pensierini sul pensiero, come un apprendista stregone che pasticcia con strumenti difficili e che possono sfuggirmi di mano. Però penso che se insieme cerchiamo di tenere un filo, quel filo sarà una splendida linea.
Buona giornata anche a te!!!

Zio Scriba ha detto...

per restare nell'ambito visivo-luminoso: la vedo buia!

ruhevoll ha detto...

Zio, non fare il pessimista, che magari bastano ancora pochi secoli e ce l'abbiamo fatta.
:-D

Grazia ha detto...

Anche a me come Giacinta piace seguirti nei tuoi pensieri anche se, a volte, mi perdo nella difficoltà di qualche passaggio (lo devo ammettere).E' come seguire una linea obliqua: non è la più breve, ma porta sempre da qualche parte. Un abbraccio

ruhevoll ha detto...

Grazia, io scrivo a braccio, se dovessi spiegarmi dettagliatamente mi verrei a noia da solo. Forse i pensierini sono come appunti, brevi schizzi a carboncino, preludi di un quadro che non saprò mai dipingere, forse perchè qualcuno più bravo lo ha già dipinto.
Un abbraccio sincero.