sabato 24 dicembre 2011

La cena degli orrori (o l'equilibrio della tazzina)



Sono anni che continuano ad invitarmi alle cene dei vecchi compagni di scuola ed io ho sempre trovato una scusa per non andarci, dato che erano persone con cui non avevo più avuto contatti, ma l'ultima volta non mi sono inventato improrogabili impegni o problemi di salute dei miei vecchi genitori, ho semplicemente detto che non avevo assolutamente voglia di andarci, che non ero curioso di sapere cosa avevano fatto delle loro vite i miei ex compagni nè di vedere le davastazioni del tempo sui loro corpi. Inoltre i resoconti delle precedenti cene raccontati da uno di loro, l'unico che ho casualmente incontrato, erano così penosi da fugare ogni mia titubanza. Mi parlava di Tizio con tre by-pass, di Caio con un fegato trapiantato, di Pinco che pesava centoquaranta chili o Pallino che s'era dato all'alcol. Cazzo, ma siamo matti? Cosa ci andavo a fare, a gongolarmi della mia buona salute? Proprio Pallino, che era il più bello, quello che quando andavamo alle feste attirava gli sguardi di tutte le ragazze, che gliela davano senza che lui nemmeno aprisse bocca, mentre a noi ci toccava imbastire un romanzo di cazzate per poi non aguzzare nemmeno un chiodo, ecco proprio lui è diventato un disastro, inebetito dall'alcol, gonfio, bolso e prossimo alla cirrosi epatica. Possibile che con tutte le donne che perdevano la testa per lui non ne abbia trovata una capace di dargli la gioia di vivere? Perchè alla fine a me è di questo che importa, non di sapere che uno è diventato presidente di una grande multinazionale o che un altro ha accumulato una fortuna con gli immobili. Ci interessiamo sempre dell'immagine pubblica, dell'identità sociale, ma spesso quello che siamo davvero lo nascondiamo sotto il tappeto di quelle apparenze. E a me non interessa parlare di apparenze, di pavoneggiarmi o angustiarmi per un successo o un insuccesso, dato che quegli inganni li ignoro se non hanno il sostegno di un bel sogno.
Ieri ho conosciuto una cantante di musica popolare piuttosto famosa, abbiamo scoperto di avere qualche amicizia in comune, fra esse un percussionista con cui facevo piccoli concerti e che ha suonato anche insieme a lei. Lui, nonostante le enormi difficoltà e gli scarsi successi, ha continuato ostinatamente a voler vivere di musica (in questo lo ammiro), io invece rinunciai alla professione (di questo mi pento), ma non certo alla musica.
Al di là del successo, ho sentito la bellezza del sogno di tutti e tre.

6 commenti:

Zio Scriba ha detto...

Che belle parole! Come mi riconosco nel fregarsene di tutto e vivere d'arte, ma soprattutto in quel "sostegno di un bel sogno"... esattamente ciò che dice un bel personaggio di Sherwood Anderson, di cui proprio ieri sera ho cominciato a leggere Winesburg, Ohio... (Il secondo racconto, "Mani", vale da solo il prezzo del libro, e di mille altri libri!)

Dolcissimi Auguri, Amico mio!!

ruhevoll ha detto...

Auguri anche a te Zio, mi prendo volentieri il suggerimento del libro di Anderson. Intanto sto leggendo "La notte dell'oracolo" che avevi segnalato pochi giorni fa!

Grazia ha detto...

"al di là del successo ho sentito la bellezza del sogno" è proprio vero! Leggerò anch'io il libro di Anderson che consiglia Zio Scriba e cercherò di capire se il mio sogno l'ho mantenuto.
Tanti cari auguri, Ruhe, di continuare a sognare e a desiderare ancora e di veder realizzati i sogni che nemmeno sai di ave.Un grande abbraccio

giacy.nta ha detto...

Ho letto che sei in buona compagnia ( Paul ). :-)
Auguri a te e a tutte le persone che ti rendono felice

ruhevoll ha detto...

Un abbraccio grande anche a te Grazia e benvenuta nel club dei sognatori!
:-)

ruhevoll ha detto...

Auguri Giacynta, anche tu sei fra le persone che mi rendono felice!!!