lunedì 30 aprile 2012

Valzer fra le stelle



Ruhevoll: Sì, ho venduto il mio poderoso dobson, non ballerò più il valzer con lui, mi mancherà il suo volteggiare fluido e preciso fra le costellazioni, il suo puntamento nitido ed il suo gigantesco occhio, sensibilissimo, magico, notturno.
Blogghino: Scusa eh, ma cos'è un dobson?
R: Un telescopio
B: E perché si chiama dobson?
R: Perché lo inventò John Dobson.
B: Apperò, ma scusa cosa avrebbe inventato il signor Dobson?
R: Ha inventato la rocker box al posto del treppiede e ha insegnato agli astrofili a non buttare via soldi in costosissime montature, oltre che a farsi un tubo ottico newtoniano con il minimo di spesa.
B: Parli difficile, raccontami meglio.
R: Oh, non aspettavo altro che questa domanda. Dunque, blogghino mio, devi sapere che esistono sostanzialmente due tipi di telescopio, uno è il classico galileiano, eccellente per definizione ma estremamente lungo e costoso, perchè devi sapere che quello che conta, quando si guarda il cielo notturno, non sono solo gli ingrandimenti ma, soprattutto, la capacità di "raccogliere" luce e la quantità di luce raccolta dipende dal diametro del telescopio. Praticamente il telescopio si comporta come la nostra pupilla, più è buio e più deve dilatarsi per vedere qualcosa. Una lente di un galileiano (propriamente detto rifrattore) cattura direttamente la luce ma costa un'ira di Dio. E allora che si fa? Si va dal signor Newton e si usa il telescopio che da lui ha preso il nome, e si risparmiano un sacco di soldi perchè al posto della lente ha due specchi (che costano assai meno) ed oltretutto dimezzano la lunghezza del telescopio. In pratica se un telescopio galileiano di quindici centimetri di diametro (è il diametro che conta per catturare la luce) costa tremila euro, per non parlare della costosissima montatura che ci vuole per tenerlo sù, un telescopio newtoniano di pari diametro costa circa trecento euro.
B: Cazzo!
R: Ecco che il signor Dobson pensò bene di risparmiare anche sulla montatura inventandosene una di legno compensato, una sorta di scatolone che fa girare il telescopio a trecentosessanta gradi oltre ad alzarlo ed abbassarlo dall'orizzonte fino allo zenith e concentrare tutta la spesa sulle dimensioni dello specchio. Il mio dobson aveva uno specchio di quaranta centimetri, era alto due metri ma era un vero pozzo di luce, anzi una piscina! Tutto il resto, se si escludono gli oculari per ottenere gli ingrandimenti ed il campo visivo appropriato, non vale più di un centinaio di euro. Nessuna ricerca computerizzata degli oggetti celesti, quella è roba da fannulloni, le stelle o sai dove trovarle o vai a letto.
B: Dio bono, e cosa si vede con quell'aggeggio?
R: Soprattutto il cielo profondo, ossia tutte quelle cose debolissime che mai ti aspetteresti di vedere con i tuoi occhi. Le galassie, i resti delle supernovae, i mitici globular cluster, gli open cluster, le nebulose planetarie, insomma roba fina, mica i soliti pianetucci dietro l'angolo.
B: E perchè lo hai venduto?
R: Si stava sciupando a causa dell'eccessiva umidità nella casa dove alloggiava, sai, due mesi fa si è schiantato un tubo per colpa del ghiaccio e i tremila litri della cisterna hanno pensato bene di fare la doccia a metà della casa.
B: Porc...
R: Dio!!!
B: Ma ora come fai?
R: Ho il mio Makkino, che è un altro aggeggio ganzissimo inventato dal signor Maksutov su uno schema del signor Cassegrain. In pratica hai un telescopio potentissimo e precisissimo in appena venti centimetri di lunghezza. Non ci vedi i globular cluster, ma la Luna e i pianeti te li bevi a garganella. Poi, quando l'umidità sarà evaporata vedrò cosa fare, senza M17 o M42 non si può stare più di tanto, mancano come amanti perdute.
B: Sei un astrofilo allora?
R: No, un coglione sognatore, che si annoia se non sogna. Nel frattempo ho preparato delle talee di glicine per il pergolato che ho appena finito di costruire nella mia nuova casetta, che non chiamo casetta ma chiesina, perché in effetti era una microscopica chiesina del 1785, andata in rovina (per fortuna) e restaurata per usi mooolto meno spirituali e assai più goderecci. Ma di questo forse parlerò un altra volta, trovo interessante il rapporto che si ha con la casa, ma soprattutto con l'idea che si ha della casa.
B: Bene, per oggi sei già stato abbastanza logorroico ed egocentico, stattene zitto e cura le tue talee o te ne faccio una io di talee, e di quelle che non ricrescono... 

giovedì 19 aprile 2012

Cucù



Non sapendo cosa cavolo scrivere e notando che il blogghino langue mi esprimo col verso del cuculo che fra poco si farà sentire (eccome) nei boschi e nei giardini. Ce n'era uno particolarmente insistente con il quale l'anno scorso ho intrattenuto un serrato dialogo, una sorta di botta e risposta a forza di cucù. Ovviamente lui ha avuto la meglio perché dopo un po' io mi sono scocciato, soprattutto per mancanza di argomentazioni valide, ed ho abbandonato il campo lasciandolo in pace a corteggiare le "pischelle". Ma, ora che ci penso, il suo è un richiamo d'amore oppure vuole giocare a nascondino? E poi il fatto che non fa il nido la dice lunga sul suo dongiovannismo, è come se si facesse prestare un bell'appartamento da qualcuno e poi lo spacciasse come suo per farsi bello. Che figlio di puttana! Eppure le femmine ci cascano. O sono le femmine a scippare gli appartamenti altrui? Non so una beata mazza di ornitologia!
Ecco che mentre scrivo questa scemenza mi viene in mente un film che ho visto tempo fa e di cui non ricordo il titolo (Alzheimer? No, questo non è il titolo ma un'ipotesi sulla mia smemoratezza). Il film era ganzo perchè c'era un ragazzo che metteva dei cartellini pubblicitari sulle porte di vari appartamenti, il giorno dopo passava a vedere quali erano stati tolti ed entrava negli appartamenti che invece avevano ancora la locandina appesa alla maniglia. Non rubava niente, ci dormiva e teneva in ordine, scattava un po' di foto, annaffiava eventuali piante, riparava oggetti eventualmente guasti e poi se ne andava a cercare un altro appartamento per le notti succcessive. Nel film c'è anche una bella storia d'amore. Ah, ecco il titolo, m'è tornato in mente ripensando ad una scena con una mazza da golf: Ferro 3. Lo consiglio, è molto raffinato, il protagonista non parla mai e così nemmeno la bella compagna che si unisce a lui nell'avventura.
Che il mio blogghino stia imparando l'arte del silenzio?

sabato 7 aprile 2012

Piena solidarietà a Paola Musu


Non posso resistere alla tentazione di sottoscrivere in pieno la denuncia di Paola Musu contro i vertici dello Stato.
E non mi lascio sfuggire una fantasia che mette in relazione il coraggio e il senso di giustizia di questa donna sarda con il coraggio ed il senso di giustizia di un'altra grandissima donna sarda di molti secoli addietro, Eleonora D'Arborea.
E' talmente grande la mia solidarietà verso queste donne che davvero vorrei che il nostro paese fosse governato da persone come loro, fiere nel difendere i veri diritti e la libertà di un popolo sovrano, un popolo che la BCE ed altri altisonanti usurai (suoi sicari) stanno depredando della possibilità di qualsiasi diritto di scelta.
Ritengo un dovere di ogni libero cittadino quello di sostenere questa denuncia, affinché possiamo riappropriarci dei nostri inalienabili diritti.