mercoledì 31 luglio 2013

mah!



L'eremo, il mio, concilia il fancazzismo con la scrittura e la riflessione. Ma subito mi fermo, perché la parola riflessione mi sta antipatica, la usano spesso i preti e gli ipocriti.
Io non rifletto, non sono uno specchio.
Penso, e prima ancora di pensare faccio immagini. Sono quelle a dare il La al pensiero.
Cosa siano poi queste immagini non saprei dire, non sono figure, sono semmai più simili a sensazioni, emozioni, affetti. Ma anche questi, a ben vedere, sono solo simulacri di quelle immagini, o effetti di quelle immagini, ché nude son troppo evanescenti e indefinite.
Stanno a monte di tutto.
Le parole poi le coprono ancora di più, le vestono e le trasformano per renderle comunicabili, ma così non sono più loro.
Semmai, ma questo è grazie ai poeti e ai grandi scrittori, talvolta ci compaiono davanti, ed è uno stupore dei nostri stessi occhi.

lunedì 15 luglio 2013

Adolescenza

Il blogghino si è lamentato della mia assenza, io gli ho detto di farsi i cazzi suoi ma poi, visto che è lo specchio delle mie scemenze, ho pensato di mettercene un'altra, di scemenza, così lo tengo buono per un po'.
C'è una vecchia e bellissima canzone di Cat Stevens che mi ronza nelle orecchie da qualche mese, è un ricordo adolescenziale indistruttibile. Allora ho acceso il registratore e ho buttato giù quel che veniva. La cosa interessante è, oltre alla bellissima melodia, il testo. Sul web si sprecano le interpretazioni in merito, perché ci sono libertà espressive che molti non capiscono, come ad esempio la celebre frase “Yellow Delanie would sleep well at night”, nessuno sa cosa sia “yellow delanie”. Un tizio addirittura ha scritto che in realtà era un omaggio al pittore Delaney, per il fatto che dipingeva quadri gialli. Ma siccome il tizio insisteva più sull'omosessualità del pittore che non sulla sua arte, ho pensato che fosse una forzatura per tirare acqua al mulino dei gay. E poi nel testo è scritto Delanie, che fa pensare più a un fiore o a una ragazza.
Comunque sia a me piace l'incipit:
“I built my house...”
E allora ho fantasticato con un video, mescolando le immagini del mio eremo, che mi costò tanta fatica sì, ma piena di passione, con la musica che avevo registrato. Nella mia memoria sgangherata il barley rice è diventato un barney rice, ma mi consolo perchè Barney è il nome di un'ottima birra.
Invece del Brown-haired dogmouse c'è un gatto bianco e nero (qualcuno lo ricorderà), che se vedesse un dogmouse se lo papperebbe in quattro e quattr'otto. Invece che Red legged chicken c'è un nibbio, che però ha le zampe gialleed è molto più feroce ma anche molto più bello di un pollo. Mi manca il Sad Blue eyed drummer, ma dove lo trovo un batterista triste e dagli occhi blu di lunedì pomeriggio, compreso il ragno nero che danza in cima al suo occhio? Ho messo dei fiorellini in sua assenza e anche per Yellow Delanie ho messo un bel fiore di Hypericum, ne ho tantissimi e ne sono orgoglioso.
Chi ascolterà con un buon impianto e un buon udito sentirà in qualche punto anche il canto delle cicale, avevo la porta aperta e... va bene così, e poi le considero mie parenti.
Va da sé che suonare e cantare la musica di un gigante come Cat Stevens espone a dei rischi, se non al ridicolo, ma questo vale solo per i professionisti.
Io non lo sono, sono solo in vacanza.

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