Può accadere, mentre si suona o si compone una musica, anche la più banale o la più semplice, di sognare e suonare per raccontare quello strano sogno.
Passare da una sedia a una zattera di bambù e svegliarsi su un'altra sedia di fronte a una spiaggia tropicale, vedendo svanire in lontananza ogni inutile fardello del mondo industrializzato.
E' una piccola, innocente fuga con la fantasia.
Affondavano, laggiù nel mare, televisori, auto, cellulari, tasse, politici corrotti, ideologie, crisi economica, banche, bollette, credo religiosi, razzismo, donne indifferenti, disoccupazione, sfruttamento, inquinamento, centri commerciali, spot pubblicitari, falsi bisogni, ansie da prestazione, amici bugiardi, leggi di mercato, debito pubblico, paranoie, social network.
Affondavano anche i termosifoni, i cappotti, di lana, le scarpe pesanti e affondava per sempre pure l'inverno.
Basterebbe poco, mi piace immaginarlo, o almeno sognarlo.
Quando butto giù tre o quattro note senza pensare (e quando mai penso mentre suono?), dopo un po' mi accorgo di quale immagine avevo in mente. E così ho rubato un po' di foto nel web e le ho montate in un video per aiutare l'ascolto di chi, se non vede le figure, non sa spiegarsi la musica. Un'immagine estremamente semplice, oserei dire, anche musicalmente, che però mi fa stare bene e mi fa dire: vorrei essere lì, vorrei essere così, vaffanculo!