Quando costruirono la bomba atomica pensarono di aver finalmente raggiunto l'onnipotenza divina. Il dio in cui credevano era un dio vendicatore e l'uso di un'arma così micidiale non rappresentava un rifiuto verso l'ottusa resistenza nemica ma una negazione, fino all'annullamento della realtà umana.
Se nelle loro menti non ci fosse stata quell'idea di dio si sarebbero spaventati, si sarebbero fermati, perchè non avrebbero avuto in sè quell'immagine astratta e così terribilmente violenta. Ma quel dio lo avevano inventato proprio per distruggere i nemici, sostenendo che non esisteva nessun altro dio al di fuori del loro.
Il monotesimo aveva aperto le porte a questo enorme pericolo. L'idea dell'infallibilità divina poi non lasciava nessuno spazio alla dialettica.
Dopo la prima atomica ne sganciarono un altra. Se la prima era stata un'idea pazza seguita da un gesto psicotico, la seconda ne ratificava e consolidava la criminalità. Non era più nemmeno il caso di parlare di odio, lo sterminio compiuto premendo un semplice pulsante sradicava completamente ogni possibilità e senso di pietà umana.
L'umano non esisteva più.
Il dio astratto ed alieno era definitivamente entrato nelle loro menti come nel vecchio film di fantascienza "L'invasione degli ultracorpi".
La ragione li condusse ad una falsa idea di bontà legata all'utile: non si poteva ucciderci tutti, altrimenti ci saremmo estinti. E la ragione osservava il mondo animale chiamandosene fuori solo grazie a se stessa: è la ragione che distingue gli esseri umani dagli animali. E così, osservando i predatori ed i carnivori, pensò che anche fra gli esseri umani c'erano i forti e i deboli e che la natura creata da dio permetteva agli eletti di sottomettere i deboli, agli uomini in grazia di dio di sottomettere e guidare chi non riconosceva il dio o non era toccato da quella grazia.
Furono sterminati milioni di individui.
Ma gli eletti avevano bisogno di sudditi per regnare e quindi permisero alle genti di vivere, purchè in schiavitù.
Fu messa al bando l'atomica, troppo invasiva, grossolana e difficilmente gestibile, al suo posto fu introdotto l'uso sistematico del debito pubblico: ogni nuovo nato, per quanto innocente e ignaro, avrebbe avuto in eredità un debito, coerentemente e parallelamente all'idea del peccato originale. Non sarebbe stato possibile per lui vivere nel contesto sociale senza accollarsi quel debito, pena la perenne clandestinità.
Gli eletti gestivano quel debito come dio gestiva le tempeste e le carestie.
Iniziò a farsi largo nella mente di alcuni sudditi l'idea di una clandestinità culturale e intellettuale, iniziarono intese e alleanze non scritte, un codice di comportamento che rifiutava ogni complicità attiva o passiva con il sistema degli eletti. E poichè quel sistema era basato sul mercato fu da lì che iniziò la rivolta silenziosa, usando proprio l'arma del nemico, il mercato, ma privandola dei proiettili, ossia il denaro. Iniziò in sordina un piccolo movimento di scambi, di merci o di lavoro, che non aveva rapporto col denaro ma con l'esigenza di condivisione e coesione. Una sorta di nuova alleanza che permetteva, a poco a poco, di sfuggire alla dittatura del denaro.
La crisi si avvitò su se stessa ma chi aveva intrapreso il percorso virtuoso dello scambio senza denaro e senza accumulo di esso vide crollare uno dopo l'altro i grandi centri commerciali. Le multinazionali che rifonivano quei centri iniziarono a perdere potere perchè non accumulavano più denaro.
Alcuni grandi capitalisti avevano da tempo annusato il vento e si erano dati da fare per accaparrarsi la maggior parte di terreni disponibili, ben sapendo che senza terra non si producono le materie necessarie alla sopravvivenza. Se la rivolta aggrediva il superfluo non avrebbe certo vinto contro l'essenziale.
Lo scontro si fece violentissimo e i meno sprovveduti si ricordarono che un'antica rivoluzione, in un lontanissimo 1789, aveva avuto i suoi germogli nella rivolta contro le recinzioni dei terreni a maggese che impediva ai contadini di far pascolare le loro poche bestie.
Ci si rese immediatamente conto che lo scontro sarebbe avvenuto non tanto per la proprietà privata ma per il concetto di bene comune. Improvvisamente (ma un primo timido segnale fu in un lontano referendum sull'acqua) dilagò una inaspettata presa di coscienza dei diritti inalienabili di ogni essere umano, liberando la mente dai dogmi e dalle servitù ideologiche imposte da certi falsi pensatori, da politici asserviti o da economisti privi di una benchè minima idea di realtà umana.
Sembrava incredibile ma gli esseri umani si resero conto di cosa significava essere tali, compresero che una cultura plurimillenaria li aveva ingannati, prima di tutto con l'idea di Dio e la conseguente sudditanza dell'uomo ad un potere astratto.
Divennero clandestini dell'anima e, in quanto tali, solidarizzarono, perché non furono più sottomessi per nascita ad una religione, a una cultura ufficiale o a una credenza, a un'appartenenza territoriale o a un'etnia. Ognuno era libero di pensare ed essere quello che voleva, ma solo se il suo pensiero generava una libertà condivisibile da tutti, ovvero la libertà era libertà di essere esseri umani. Finalmente non si parlò più illusoriamente e ipocritamente di democrazia, al suo posto si fecero largo l'idea della condivisione e della condivisibilità, il bene comune rendeva giustizia ad un individualismo sano.
Il pianeta tirò un sospiro di sollievo.
Cazzo, che incubo orribile ho fatto, pensò il segretario del club Bilderberg svegliandosi da un sonno agitato!
4 commenti:
Mammamia, Ruhevoll, ti lascio solo due giorni per assenza di connessione e guarda che razza di sogni mi vai a fare! Ma quanti pensieri che hai in quella testa! Un abbraccio
Vedi? Non sopporto gli abbandoni!
:-))))
Io ci sono :-) ed ho letto del tuo sogno appoggiata alle note della prova d'ascolto. Il post che precede questo è davvero un preludio all'apertura di una prospettiva nuova così come la musica che sento da te. Forse il segretario del club ( e non solo ) dovrebbe cambiare stile di vita per fare sogni simili ai tuoi.
Giacynta mi fai arrossire!
Il segretario di quel club invece credo che non arrossisca mai...
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