E pensare che Bartok gioì dell'invenzione del fonografo perchè gli permetteva di registrare ciò che la grafia musicale non riusciva rappresentare. Le "leggi" sarebbero state più intelligenti se le avesse scritte Bartok.
Uomo a metà Platone, ecco che le parole mi viaggiano in testa e si accoppiano nella memoria fino a far risuonare roba sepolta come questa frase, che la leggenda vuole sia stata pronunciata dalla madre al figlio Boabdil, ventiduesimo sultano della dinastia Nasrì a Granada, mentre questi piangeva il suo regno perduto:
"Piangi come una donna perché non hai saputo difendere il tuo regno come un uomo".
Le mamme sono stronze, a prescindere. Cazzo lo vai a rimbrottare proprio nel momento in cui gli girano di più i coglioni? Volevi che si fosse fatto ammazzare insieme al suo popolo? Oh, sarebbe stato di un eccezionale effetto eroico, ma poco efficace dal punto di vista del successo.
E poi quale negazione dell'identità femminile in quella frase di madre!
Viene da pensare alla fuga dei pacifisti di fronte alla violenza dei black block, ma mica è consigliabile usare le armi della violenza per proporre un superamento della violenza stessa, altrimenti il gioco dura all'infinito. Occorre trovare un'altra strada. Ma questo è un altro post.
Boabdil comunque non era un eroe, gli eroi si fabbricano in base alla fortuna e non al reale valore, vengono creati ad uso e consumo della cultura dominante.
E così Boabdil lasciò un paradiso che si chiama Alhambra, un luogo dove l'architettura araba celebrava la sensualità ed il piacere di vivere, la bellezza e l'intelligenza creativa.
Boabdil se ne andò nel 1492, vi dice niente questa data?
Nel 1526 ecco che quel cafone di CarloV si fece costruire un palazzo all'interno dell'Alhambra
e che fa l'effetto di un gigantesco quanto insulso mattoncino di Lego dentro un tripudio d'intarsi e delicate armonie d'acqua e luce, il manierismo dell'architetto a cui CarloV s'affidò non potè far altro che appesantire un'idea già pesante e balorda di suo. Rispettare la cultura e l'arte altrui è un privilegio intellettuale di cui non hanno mai usufruito nè i cristiani nè gli integralisti in genere.
Ma l'arte vera, quando riesce a sopravvivere agli imbecilli, è imperitura testimonianza dell'intelligenza umana. E l'intelligenza umana non è mai violenta.
4 commenti:
Sono rimata anch'io stupita da questa meraviglia, così come da altre architetture arabe. C'è un gioco raffinato di luci e trasparenze reso anche attraverso il calligrafico, minuzioso modellato delle volte o degli elementi divisori. Tutto tranne che mattoncini lego. Splendide anche le foto. Immagino siano tue... Ciao!
No Giacy.nta, le foto le ho prese sul web.
Un abbraccio.
In Andalusia, qualche anno fa, ho visitato Siviglia e Cordoba. Mi è rimasto in mente il tentativo di conciliazione tra le due culture che fu tentato a Cordoba e l'ostinazione con cui un arabo, Avicenna o Avverroé non ricordo, salvo' i testi di Aristotele: vivere insieme in concordia è stato ed è possibile. Sono gli integralisti che rovinano tutto, come sempre. Un abbraccio
Esatto Grazia, l'integralismo è immobilità del pensiero, negazione della diversità, intolleranza ad ogni forma di dialogo e dialettica, assenza totale di armonia evolutiva. Insomma non esiste ottuso più ottuso di un integralista.
Un abbraccio anche a te!
Posta un commento